Gai-Jin (132 page)

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Authors: James Clavell

Tags: #Fiction, #Action & Adventure

BOOK: Gai-Jin
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Tutto questo dovrà essere scritto in un contratto che voi firmerete. Dopo dieci anni il patto decadrà e sfodereremo le spade.”

“Accetto” rispose subito Malcolm che si era aspettato condizioni più severe.

“Ma quei bastardi della Victoria non sono nostri amici, la banca è stata fondata da Brock e ci ha sempre esclusi, non credo che li potremo esservi d'aiuto.”

“Presto lo diventeranno, signore. Presto l'intero consiglio di amministrazione scodinzolerà se gli chiederete di scodinzolare. Tutto questo, naturalmente, dovrà rimanere segreto. Cosa avete intenzione di fare dopo il duello?” Stupito della fiducia che nutriva in lui, Malcolm gli raccontò senza esitazioni del proposito di salire sulla Prancing Goud. “Questo naturalmente prevede che io vinca e non sia gravemente ferito. Quando sarò a Hong Kong potrò calmare le acque” disse con sicurezza.

“E come farete a tirare? Intendo dire, visto che vi dovete appoggiare ai bastoni?”

“Per un tempo così breve, posso appoggiarmi a un bastone soltanto.” Malcolm sorrise senza gioia. “Mi sono esercitato.”

“Ora, per evitare le conseguenze legali vi propongo un trucco che ha sempre funzionato molto bene in Virginia, e che dovreste adottare anche qui, nell'eventualità che uno di voi due dovesse rimanere ucciso: vi scambiate due lettere, datate e consegnate la sera prima del duello, in cui scrivete di aver deciso di comune accordo di annullare il duello “previsto per domani nella Terra di Nessuno”, e di accettare entrambi, da gentiluomini, le scuse reciproche che contemporaneamente vi siete presentati.” Gornt sorrise.

“Così noi, i padrini, testimonieremo che mentre vi stavate mostrando le pistole è accidentalmente partito un colpo.”

“Una bella idea. Norbert è d'accordo?”

“Sì. Martedì vi porterò la sua lettera, voi manderete McFay con la vostra. Naturalmente è preferibile che anche questo espediente rimanga segreto.” Malcolm riuscì ad allontanare quel “martedì” che gli echeggiava nella mente e a concentrarsi.

“Dopo il duello” stava dicendo Gornt, “a proposito, vi consiglierei di ucciderlo, salirò a bordo della nave con voi.

In cambio del contratto scritto, vi spiegherò nei dettagli come distruggere del tutto il sistema di sostegno finanziario della Brock e vi consegnerò un pacco di copie autenticate di lettere e documenti da usare presso qualsiasi tribunale, e altre da impugnare per ottenere i favori della Victoria.” Malcolm si sentì esplodere di gioia.

“Perché non sistemiamo la faccenda subito, perchè aspettare fino a mercoledì?”

“Il signor Greyforth potrebbe uccidervi” rispose disinvolto Gornt, “in quel caso le informazioni sarebbero sprecate e io mi sarei esposto senza motivo.” Dopo una pausa Malcolm chiese: “Se accadesse, o se io dovessi essere ferito gravemente, come otterreste la vostra rivincita?”.

“Mi rivolgerei subito alla signora Struan, signore. Ma conto che non sarà necessario. Ho scommesso tutto su di voi, non su di lei.”

“Mi hanno detto che non giocate d'azzardo, signor Gornt.”

“Alle carte per denaro no, signore, non scommetto mai. Ho capito quanto sia stupido con il mio patrigno. Ma giocare con la vita? Sempre, fino all'ultima risorsa.” Sentendosi osservato, Gornt sussurrò: “Qualcuno ci spia” e si guardò intorno.

Era Angélique, che stava uscendo dal palazzo Struan. Salutò con la mano. Malcolm le rispose con un cenno e si alzò. I due uomini la guardarono avvicinarsi.

“Ciao, Angel” disse Malcolm affettuosamente, risentendo le parole dell'ammiraglio.

“Posso presentarti il signor Edward Gornt della Rothwell di Shanghai? La mia fidanzata, mademoiselle Richaud.”

“Signora!” Gornt le prese la mano e gliela baciò.

“Signor Gornt” mormorò lei leggendo nei suoi occhi. Si guardarono in uno strano silenzio, poi all'improvviso scoppiarono a ridere.

“Cos'è stato?” chiese lei con il cuore che batteva più in fretta del solito.

“Joie de vivre” rispose Gornt.

Angélique lo guardò con ammirazione poi, riscaldata dal suo sorriso, prese Malcolm sottobraccio e cominciò a raccontarsi mentalmente l'incontro per la lettera che stava scrivendo a Colette:

 

Ti confesso, carissima Colette, che li ho spiati mentre camminavano sulla passeggiata, così mi sono messa il cappellino più bello e li ho colti di sorpresa e subito ho cercato il braccio del mio Malcolm (per difendermi) perchè il nuovo arrivato è alto e bello, e nei suoi occhi ho subito visto un lampo impertinente, di cui Malcolm sicuramente non dev'essersi accorto perchè altrimenti sarebbe stato più geloso del solito, povero caro! Volevo incontrare lo sconosciuto per caso.

E' americano, con un leggero accento del Sud, le spalle ampie, la vita stretta, ha l'aria di uno che tira di scherma e sembra anche un ottimo ballerino.

Spero che diventerà un amico, ho così bisogno di amici, qui...

 

“Là, chéri” disse Angélique facendosi aria con il ventaglio, piacevolmente accaldata per inconscia reazione alla mascolinità di Gornt.

“Scusami, non intendevo interrompere una conversazione importante...”

“Non lo hai fatto, Angel” la rassicurò Malcolm.

“Stavo proprio per andare” confermò Gornt senza sforzarsi di nascondere la propria ammirazione. “E' stato un piacere fare la vostra conoscenza, signora.” Si inchinò. “Arrivederci, signore, mi terrò in contatto.“

Angélique e Malcolm lo guardarono allontanarsi. “Chi è questo signor Gornt?” Lui glielo spiegò, dandole tuttavia soltanto la versione ufficiale. Il pensiero di martedì gli offuscava la mente.

 

“Ancora un pò di maiale con salsa di fagioli neri, sorella minore?” chiese Ah Tok masticando un pezzetto di pesce.

“Grazie.” Ah Soh allungò i bastoncini per riempire la ciotola e prese anche il bel gambero saltato in padella che aveva già adocchiato. “Per favore, continua, sorella maggiore.” Le due donne sedevano nella stanza di Ah Tok davanti al tavolo su cui erano disseminate le numerose pietanze del loro pasto, con il bricco di tè al gelsomino a portata di mano. “Ayeeyah, è molto difficile.

L'illustre Chen non ha dato istruzioni chiare.”

“Questo non è da lui.”

Ah Soh prese un'altra porzione di un gustoso spezzatino di manzo in salsa d'ostriche. “Non è proprio da lui.”

“Sono d'accordo, dev'essere a causa della sua nuova concubina, la puttana di Soo Chow, che sicuramente assorbe tutta la sua concentrazione.”

“Ayeeyah! E vero che ha quattordici anni e che sul pube non ha peli?” Ah Tok prese un'altra testa di pesce e la succhiò con gusto.

“Solo le donne del Popolo dell'Aglio di Chosen non hanno peli sul pube.” Sputò i resti del pesce sul pavimento e se ne servi un'altra porzione.

“Interessante. Dipenderà da tutto l'aglio che mangiano? Posso rileggere la lettera, sorella maggiore?” La lettera diceva:

Saluti, Ah Tok, sesta cugina di terzo grado, hai fatto molto bene a consultarmi subito. Il tappo della bottiglia ha rivelato chiare tracce di Luna Nera, che dev'essere l'Espellente della Terra del Cane nel mare orientale.

Un aborto! Quella puttana è stata saggia e allo stesso tempo poco saggia a usarlo, e il padrone saggio e poco saggio a consigliarlo. Finché non sapremo se è stato lui a prendere la decisione, o se lei l'ha fatto a sua insaputa, non prendere alcuna iniziativa. Cugina, ascoltalo mentre dorme, ha sempre parlato nel sonno, sin da quando era bambino, forse ti dirà qualcosa di più. Di' a Ah Soh di fare altrettanto e comportatevi entrambe come pipistrelli.

Ubbidite e non commettete errori.

“Ayeeyah, cosa vuole dire, comportatevi come pipistrelli?” chiese irritata Ah Soh. “I pipistrelli sono silenziosi ma squittiscono, sanno volare al buio ma alla luce sono ciechi, di notte sono invisibili, ma di giorno impotenti. I loro escrementi sono preziosi ma puzzano. Cosa vuol dire, heya?”

“Occhi, orecchie e narici aperte, come un pipistrello, e fate attenzione a non lasciare in giro escrementi!” Ah Tok ridacchiò. “Diecimila estati a Chen della Nobil Casa, senza di lui non avremmo mai saputo che la Porta di Giada della ragazza si è accostata a mio figlio!”

“Come possiamo essere sicure che sia stato il padrone?” disse Ah Soh con un sonoro rutto. “E se fosse stato un altro?” Abbassò il tono di voce guardandosi intorno come se temesse di essere ascoltata, mentre Ah Tok rimaneva con i bastoncini sospesi a mezz'aria.

“Per esempio, perchè non Lungo Naso Aguzzo, un diavolo straniero della sua razza, heya? Quei due stanno vicini come pidocchi sull'inguine di un mendicante. E non è forse stato lui a buttare in mare la bottiglia e tutte le prove, ricordi?”

La vecchia Ah Tok non rideva più. “Fang-pi!” sbottò, usando un'imprecazione insolita per lei.

“Ecco cosa voleva suggerirci Chen! I pipistrelli ondeggiano quando volano, non si posano sul primo ramo che trovano e si appendono a testa in giù. Ci sta dicendo di scoprire lo Yang che ha posseduto quello Yin!

Ayeeyah! Si, hai ragione, è possibile che Lungo Naso Aguzzo abbia costretto mio figlio a indossare un cappello verde.”

“Il padrone cornuto!”

Ah Soh alzò gli occhi al cielo.

“E' vero che Lungo Naso Aguzzo si è fermato abbastanza nella camera di lei per...” Tirò il fiato sorpresa. “Ayeeyah! Ti ricordi quando qualche settimana fa lei mi ha mandato via e poi ha strillato perchè credeva che qualcuno penetrasse nella sua camera dal giardino, ma poi era solo il vento che sbatteva le imposte? Ora ricordo, sono stata più veloce di un pipistrello, ma Lungo Naso Aguzzo era già da lei e loro due... ora che ci penso, erano più pallidi di un cadavere di cinque giorni!

E' stato quella volta che il suo Yang...”

“Di quando parli, sorella minore? Che giorno era?”

“Era... Il giorno dopo che il padrone aveva ricevuto la puttana locale, dal bordello oltre il canale.” Le due donne si misero a calcolare i giorni, veloci come se contassero su un pallottoliere. “Oggi è il quinto giorno del dodicesimo mese, probabilmente era il diciottesimo o il diciannovesimo giorno del decimo mese, sorella maggiore.”

“I tempi non corrispondono, a meno che la Luna Nera giapponese non vada bevuta prima della nostra.” Ah Tok succhiò distrattamente una testa di pesce già spolpata, poi sputò i resti e sentenziò convinta: “Devono essere stati insieme prima. Quella puttana ha avuto molte occasioni per farlo, heya? Si recava spesso in quella casa di barbari, anche prima che voi due vi trasferiste là”.

“Come sempre hai ragione, sorella maggiore. Dobbiamo subito informare l'illustre Chen.”

“Ma perchè avrebbe dovuto dare la sua Porta di Giada a un diavolo straniero così brutto quando mio figlio freme dal desiderio di averla?” Ah Soh si strinse espressivamente nelle spalle. “Barbari! Chissà come funzionano le loro teste! Dovresti dirlo al padrone!” Debole per l'emozione, Ah Tok guardò la sua scorta di alcolici: madeira, whisky e brandy. “Abbiamo bisogno di forze!” Scelse il whisky e ne versò due grandi misure. “Al lavoro! Dobbiamo escogitare un modo per costringere la puttana e il suo amante a dire la verità.”

“Bene, molto bene! Insieme ce la faremo.”

“Ma non accennare niente a mio figlio, non ci conviene riferire queste brutte notizie finché non ne saremo sicure.” Alzarono i bicchieri.

“Per tutti gli dei, grandi e piccoli, nessuno può tradire mio figlio, fargli indossare il cappello verde e vivere una vita lunga e felice!”

“Buonasera, padre Leo” disse educata Angélique.

Si inginocchiò e gli baciò la mano, sforzandosi di superare il ribrezzo per il suo odore repellente. Erano soli nella navata della chiesetta illuminata da alcune candele e dalla luce fioca del sole che tramontava filtrata dalla finestrella di vetro colorato. I pochi cattolici dell'Insediamento non elargivano alla chiesa laute donazioni, eppure l'altare e il crocifisso erano lussuosi.

All'esterno, Vargas aspettava Angélique per riaccompagnarla a casa.

“Volevate vedermi?” chiese lei con aria ingenua, consapevole di essere mancata alla messa per due domeniche di seguito. Per l'occasione aveva scelto di indossare il cappellino rosa e un lungo scialle del Kashmir sopra un castigato abito da pomeriggio di seta scura. “Avete un ottimo aspetto, padre.”

“Sono contento di vedervi, senhorita, figliola” disse lui con il suo spiccato accento portoghese. “Non vi ho vista a messa.”

“Ero indisposta, padre. Sono ancora in convalescenza dopo quei disturbi... il dottor Babcott mi ha consigliato di riposare” rispose Angélique pensando al vestito che avrebbe indossato per la festa di compleanno del ministro russo e al modo di intrattenere Malcolm durante la serata. “Sono sicura che la settimana prossima starò meglio.

” Ne sono contento, mia giovane e neanche tanto debole mentitrice, pensò padre Leo, disgustato dalla perfidia dell'umanità.

E' empio ballare di notte, sgambettare e mostrare le gambe nude.

“Non importa, vi confesso subito.”

Angélique trattenne uno sbadiglio.

Lo seguì docile nel confessionale, si inginocchiò, recitò le preghiere, contenta dello schermo che li divideva e del patto che aveva stretto con la Vergine Maria. Ripeté le solite frasi e come sempre concluse con fervore: ”... e padre, nelle mie preghiere ho dimenticato di chiedere perdono alla Madre Benedetta”.

Padre Leo le concesse in fretta l'assoluzione, imponendole come penitenza solo dieci Ave Maria; lei si sentì sollevata e accennò ad alzarsi...

“Ora, figliola, una questione che vi riguarda. Due giorni fa il signor Struan mi ha mandato a chiamare, in privato, e mi ha chiesto di unirvi in matrimonio.” Angélique sussultò, poi sorrise felice: “Oh, padre, è magnifico!”.

“Sì, figliola, lo è davvero, “Per favore, sposateci al più presto” ha detto il giovane senhor Struan, ma la cosa è molto difficile.” Si era arrovellato su quel problema notte e giorno e aveva spedito persino una lettera al vescovo di Macao, il capo spirituale dell'Asia cattolica, pregandolo di fargli pervenire con urgenza il suo consiglio. “E' molto difficile per noi.”

“Perché, padre?”

“Perché lui non è cattolico e...”

“Ma ha accettato di allevare i nostri figli in seno alla Vera Chiesa, lo ha promesso.”

“Sì, sì, figliola, lo ha promesso anche a me, ma non ha ancora l'età per un matrimonio senza consenso, come voi del resto. Comunque vi voglio rivelare in segreto che ho chiesto a Sua Eminenza il permesso di celebrare il rito per la Gloria del Signore, anche se... anche se dovesse mancare il consenso di vostro padre. Dicono che vostro padre sia irreperibile, che si trovi nell'Indocina francese o in Siam.” I particolari della truffa e della fuga di suo padre circolavano nell'Insediamento, ma per rispetto nei confronti di Angélique erano stati tenuti nascosti anche a Struan.

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