Gai-Jin (89 page)

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Authors: James Clavell

Tags: #Fiction, #Action & Adventure

BOOK: Gai-Jin
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Mentre l'irritazione di sir William si trasformava in aperto furore, la discussione continuava e il tempo passava. Finalmente un ufficiale si inginocchiò davanti a sir William e, come se si trattasse del sacro Graal, gli porse un rotolo fitto di ideogrammi e di elaborati sigilli. “Phillip, siete in grado di leggerlo?”

“Io... no, spiacente, signore,”

“Non importa” sospirò sir William rivolgendosi agli altri. “Il loro comportamento è molto offensivo” disse.

“Sì” confermò freddo von Heimrich.

“Inaccettabile” aggiunse il conte Alexi Zergeyev.

“Un precedente pericoloso” commentò Adamson.

“E sicuramente molto strano” disse Seratard in francese, “avevano garantito la presenza dello shògun.

Per questa volta soltanto, amici, che ne direste di accettare?” Non appena erano entrati nella sala, André Poncin gli aveva sussurrato con estrema cautela: “Fate attenzione, Henri, il portavoce dei roju è l'ufficiale della Bakufu al quale io... noi... dopo l'ultimo incontro abbiamo offerto di visitare la nostra nave da guerra, ricordate? Mon Dieu, avevo capito che il tipo era importante, ma non che si trattasse addirittura di uno degli Anziani! Se riuscissimo a portarlo dalla nostra parte, sarebbe un colpo fantastico...” Così Seratard si era sforzato di non mostrare il proprio disappunto e di mantenere un tono di voce pacato.

Il conte Zergeyev gli rispose: “Accettando creeremmo un deprecabile precedente”.

“Solo per questa volta. Sì?”

“Per me ha l'importanza del vento sul culo di una vacca” disse Erlicher, lo svizzero.

“Procediamo pure.” Intanto continuavano a discutere. Tyrer li ascoltava ma nello stesso tempo, senza dar nell'occhio, studiava gli Anziani, affascinato dal loro aspetto e ansioso di imparare da quella rara occasione quanto più possibile.

Suo padre glielo aveva ripetuto mille volte: “In ogni incontro, guarda sempre le mani e i piedi dei tuoi oppositori, sono spie infallibili, più degli occhi e dell'espressione del volto, perchè molto più difficili da controllare. Concentrati! Osservali, ma in modo discreto, altrimenti gli indicatori del vero pensiero del tuo interlocutore, uomo o donna che sia, verrebbero camuffati. Ricorda, figlio mio, tutti esagerano, e tutti, chi più chi meno, mentono.” Le mani e i piedi dell'Anziano con la carnagione scura e gli occhi sfuggenti si muovevano continuamente, con piccoli scatti nervosi, quelli dell'Anziano giovane erano quasi immobili. Di tanto in tanto, come nell'incontro precedente, l'uomo che lui aveva soprannominato “occhi sfuggenti” sussurrava qualcosa all'Anziano giovane, e solo a lui. Perché? si chiese Tyrer.

E perchè Occhi Sfuggenti non prende parte a nessuna delle loro discussioni, quasi ne sia escluso, e continua a fissare i ministri senza prestare attenzione a quello che dicono gli interpreti?

All'improvviso sir William indicò la sedia vuota: “Se lo shògun non doveva partecipare a questo incontro e gli Anziani del Roju sono cinque, perchè c'è una sedia vuota?” Altri giri di traduzione, poi: “Dice che il presidente del loro Consiglio, il signore Anjo, si è improvvisamente ammalato e non può essere presente, ma che ciò non ha importanza, hanno il permesso di procedere. Vi prega di procedere”.

In un francese perfetto, per umiliare Seratard, von Heimrich commentò: “Questo invalida la riunione, non hanno sempre insistito sulla natura “unanime” del Consiglio? Cinque uomini. Potrebbe essere uno dei loro soliti trucchi per invalidare in futuro le decisioni.” La discussione riprese.

Solo sir William rimaneva in silenzio, sforzandosi di non mostrare l'ansia e l'ira che lo attanagliavano.

Ovviamente ci hanno beffati di nuovo.

Che fare? Poi si ascoltò dire con voce ferma: “Va bene, per questa occasione soltanto accettiamo che la vostra autorità sia avallata dallo shògun. Ma informeremo i nostri governi che l'accordo preliminare non è stato rispettato e che ci recheremo quanto prima a Kyòto per presentare formalmente le credenziali al vostro shògun, e all'imperatore Komei, con una scorta più che adeguata.”

Mentre Johann si accingeva a tradurre in olandese, il conte Zergeyev mormorò: “Bravo, questo si è il modo di trattare con i matyeryebitz!” Von Heimrich e van de Tromp, l'olandese si dichiararono d'accordo con lui contro le obiezioni di Seratard, dell'americano Adamson e di Erlicher.

L'interprete giapponese, interdetto, disse che credeva di non aver capito bene. Johann gli confermò che le cose stavano proprio così. Sir William senza badare ad altro, osservava attentamente i volti dei roju intenti ad ascoltare l'interprete.

Tutti, chi più chi meno, ne furono turbati. Bene, pensò.

“Con le consuete frasi di circostanza, sir William, questa volta grondanti scuse, l'Anziano dice che non è possibile incontrare lo shògun a Kyòto, perchè in questo periodo dell'anno il tempo è molto inclemente, ma si assicureranno che non appena tornerà eccetera, eccetera.”

Sir William sorrise senza compiacimento.

“Rispondete loro: tempo inclemente o meno, faremo visita all'imperatore quanto prima, sottolineatelo, Johann. Procederemo solo su questa base.” I roju ascoltarono in un silenzio di pietra.

Ogni ministro a turno, a cominciare da sir William, si alzò, si inchinò, disse il proprio nome, il proprio titolo e il paese che rappresentava e offrì le sue credenziali. I roju le accettarono con deferenza, inchinandosi.

“Ora” disse sir William alzando il mento, “procediamo al secondo oggetto di questa riunione: il governo di Sua Maestà ribadisce che il giorno venerdì 12 settembre di quest'anno, l'anno del Signore 1862, un gentiluomo inglese è stato assassinato brutalmente alla luce del giorno dai samurai del contingente di Satsuma al comando del loro re Sanjiro.

Altri due uomini sono stati feriti.

Il governo di Sua Maestà pretende che gli assassini gli vengano consegnati o che vengano pubblicamente puniti secondo le leggi giapponesi. Pretende inoltre un risarcimento immediato di centomila sterline in oro, pubblica ammenda e la garanzia ufficiale che ciò non capiterà più in futuro.

Inoltre: il secondo e ultimo pagamento di cinquemila sterline in oro, dovutoci ormai da settimane, in risarcimento dell'assassinio del sergente Gunn e del caporale Roper avvenuto l'anno scorso nella nostra Legazione, dovrà essere pagato in oro entro tre giorni. In caso di mancato pagamento la cifra dovuta raddoppierà per ogni giorno di ritardo...” Sir William concesse il tempo a Johann di tradurre parola per parola e invitò a rimandare la discussione fino a quando tutti avessero avanzato le proprie richieste.

Adamson chiese riparazione per l'assassinio dell'ufficiale americano e per ultimo parlò il ministro russo.

Il conte Zergeyev, con le sue numerose medaglie e decorazioni che tintinnavano sull'uniforme ricamata in oro, disse: “Un ufficiale russo e un soldato della nostra fregata Gudenev sono stati colpiti a morte a Yokohama il 16 febbraio dello scorso anno”. E tra la costernazione degli altri concluse: “In risarcimento lo zar Alessandro II pretende le isole Kurili”.

Durante la traduzione, sir William si chinò verso di lui per sussurrargli in russo: “Molto spiritoso, conte Alexi, perchè naturalmente il governo di Sua Maestà non accetterebbe mai una simile intrusione nella nostra sfera di influenza.”

“Forse sì, forse no. In Europa scoppierà di nuovo la guerra. E presto sapremo quali sono i nostri amici e quali invece i nostri nemici.” Sir William rise. “Per certi paesi questo è sempre un problema. Il Regno Unito non ha nemici fissi, solo interessi fissi.”

“Vero, caro amico, ma dimenticate di aggiungere che non ha neppure “amici fissi”. E dimenticate pure che ora, con Vladivostok, nel Pacifico siamo diventati una potenza.”

“Il dominio da mare a mare? Il sogno degli zar, eh?”

“Perché no? Meglio noi che certi altri...” disse il conte Alexi caustico alzando le spalle. “Le Kurili? Se non saranno quelle, allora qualche altra isola, giusto per difendere Vladivostok.”

“Avremo modo di discutere della vostra “curiosa” presenza nel Pacifico in un'occasione migliore. Il mio governo è molto interessato.” Seratard, che non capiva il russo, furioso di non partecipare alla conversazione, disse freddamente in francese: “Confido, sir William, che teniate presenti anche gli interessi francesi.”

“Come sempre, monsieur, gli interessi di validi alleati sono tenuti in massimo conto presso il Foreign Office di Sua Maestà.”

“Sir William” disse Johann stanco, “l'Anziano risponde... ribadisce la loro precedente posizione: che non hanno potere giuridico su Satsuma, non sanno chi siano gli assassini e che ogni richiesta di risarcimento va presentata direttamente a Satsuma, attraverso i canali giusti, naturalmente.”

“E quali sarebbero i canali giusti?”

“Dice che i canali giusti sono loro e che comunicheranno nuovamente la vostra richiesta a Satsuma” riferì Johann dopo un altro giro di traduzione.

“Non è una richiesta, per Dio” esclamò sir William. “Facciamo un ultimo tentativo, Johann, e fate capire che è l'ultimo. Chiedete loro se puniranno gli assassini, e dite all'interprete che voglio che mi rispondano solo con un si o un no!” Nuovo giro di traduzione. “Dice, sir William, che in certe circostanze...”

“L'assassinio, per Dio. Si o no! Phillip, ditelo voi in giapponese!” Lo stomaco di Tyrer si contrasse. Distolse l'attenzione dall'Anziano dalla carnagione scura che stava di nuovo sussurrando qualcosa e si alzò coraggiosamente in piedi. “Onorati signori, vi prego di scusare il mio povero giapponese ma il mio padrone chiede se in caso di assassinio voi uccidete assassino, sì o no, per favore.” Scese il silenzio. Gli Anziani si volsero verso Yoshi, che fissava Tyrer girando il ventaglio tra le mani. Il roju vicino gli sussurrò qualcosa e lui annuì. “La pena per un assassino è la morte.”

“Ha detto di sì, signore. Per un assassino c'è la pena di morte” tradusse Tyrer, a cui Nakama aveva spiegato queste parole chiave illustrandogli anche il codice penale giapponese e la sua severità.

“Ringraziatelo.”

“Il mio padrone dice grazie, signore.”

“Ora chiedetegli se è corretto pretendere una riparazione per un delitto del genere. Sì o no?”

“Signore, scusatemi ma io... io...” Tyrer si interruppe, la mente in confusione, “spiacente sir William non so come si traduce “riparazione”.” Intervenne prontamente André Poncin. “Si dice bakkin, sir William, è una parola poco usata, posso provare io, per favore?”

“Fate pure.”

“Onorato signore” cominciò Poncin con un profondo inchino mentre Tyrer lo benediceva per avergli salvato la faccia. “Per favore, il mio padrone chiede se è corretto chiedere umilmente che sia fatta giustizia e sollecitare un risarcimento per la testa e per la famiglia della vittima, e un'indennità da Satsuma.”

“Da Satsuma sì” rispose Yoshi con un breve sorriso.

André sospirò di sollievo. “Ha detto di sì, sir William, ma la riparazione va pretesa direttamente da Satsuma.” Prima che sir William potesse formulare un'altra domanda, con stupore di Tyrer Poncin nel suo migliore giapponese cominciò a recitare la formula diplomatica che si era preparato.

“Onorati signori, a nome del mio padrone umilmente suggerisco che i roju consolidino, scusate per favore, considerino di prestare a Satsuma la prima rata del pagamento, un quinto. Ciò potete offrire adesso, dandoci il tempo di ricevere il resto da Satsuma. Per favore?” Questa volta l'interesse del giovane Anziano era palese. Subito si consultò con gli altri. André rispose allo sguardo di disapprovazione di Tyrer con un cenno che lo pregava di non interferire. Dopo un attimo Yoshi disse: “Forse sarebbe possibile offrire un ventesimo pagabile in cento giorni come anticipo sull'indubbio debito di Satsuma.”

“Onorati signori...”

“Phillip, cosa diavolo si stanno dicendo André e l'Anziano?”

“Solo un secondo, sir William” lo interruppe con gentilezza André cercando di zittirlo. “Onorato signore, il mio padrone consiglierebbe un decimo, in sessanta giorni. Molto spiacente, per favore scusate la mia cattiva pronuncia, ma vi prego umilmente di accettare.”

Sollevato, Poncin li osservò discutere tra loro e proseguì nel suo azzardo. “Scusate, sir William, come Phillip potrà confermare, ho suggerito loro di anticipare il pagamento dell'ammenda per conto di Satsuma, cui giustamente dicono compete la riparazione.”

“Davvero? Lo faranno?” Sir William lo fissò, sentendosi come gli altri improvvisamente alleggerito di un grande peso. “Ben fatto. Se è così, posso accettare il compromesso, vero? Siete d'accordo?” chiese per pura cortesia. Dietro di lui, Tyrer emise un fischio silenzioso.

Avendo capito la maggior parte di quanto Poncin aveva detto in giapponese, non gli erano sfuggiti il modo con cui aveva manipolato sia l'Anziano che il ministro, con la sottile ma importante differenza nella traduzione in inglese. Molto furbo, André. Ma cos'ha in mente, è un'idea sua o di Seratard?

Occhi Sfuggenti stava bisbigliando qualcosa al giovane Anziano, che spostò la sua attenzione sui ministri. E come se...

Come se improvvisamente gli fossero cadute delle cataratte dagli occhi, Tyrer vide chiaro. Anzi, ora vedeva gli Anziani con occhi nuovi, e non con lo sguardo obliquo e appannato di un sedicente civilizzato. Li vedeva come uomini, non meno civilizzati, non meno semplici o complessi degli europei: non li considerava più come esseri esotici, misteriosi o bizzarri, con quell'atteggiamento che suscitava il giusto risentimento di Nakama, di Fujiko, e persino di André.

Dio santissimo, Occhi Sfuggenti capisce l'inglese, gli venne da gridare stupefatto. E' l'unica spiegazione possibile, non solo, è una spia dei roju, è un Anziano quanto lo sono io, ecco perchè gli altri non lo considerano quando discutono. Che altro? Dev'essere una spia di Watanabe, l'unico a cui rivolge la parola.

Devo scoprire i loro veri nomi e chiedere notizie a Nakama. Watanabe è il più potente della compagnia, si comporta da presidente. E il presidente assente? Devo scoprire anche quel nome.

Che altro? Dove ha potuto André...

Si concentrò su Yoshi che stava parlando all'interprete con voce dura.

L'interprete si fece più vigile e tradusse in un olandese venti volte più sintetico. Johann tradusse a sua volta, cercando di contenere lo stupore. “I roju concordano che in questa circostanza è corretto chiedere una riparazione, da Satsuma, che sì, la cifra di centomila sterline sembra ragionevole per un nobile, anche se non necessariamente sarà considerata tale dal signore di Satsuma.

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